Libertà

State sereni, stavolta faremo i “Bravi”.

Qualche leader politico ha indicato la necessità di organizzare l’accoglienza dei profughi sul territorio dei Paesi confinanti con l’Afghanistan, così come ha già suggerito la Merkel. La parte politica opposta, dopo 10 minuti dall’inizio della riconquista talebana, aveva già mobilitato tutti gli immigrazionisti a disposizione sul territorio nazionale (quelli della perenne accoglienza diffusa che hanno realizzato una nociva accoglienza confusa), risolvendo il problema prima ancora che Di Maio tornasse a galla dopo il selfie subacqueo.

Si legge che l’accoglienza dovrebbe essere un obbligo morale delle Nazioni civili ma prima di questo dovere ce n’è un altro: quello di creare o salvaguardare adeguate condizioni di vita, i diritti e la sicurezza dei popoli, proprio per evitare un’accoglienza ipocrita e generalizzata, offerta anche a chi non ne ha diritto e per alimentare un business che prescinde dalla status di necessità.

La superficialità con cui l’amministrazione Biden ha deciso di favorire la ritirata è la conferma che vi è stata una sostituzione di interessi; o meglio, credo che siano cambiati, o lo faranno a breve, i soggetti che porteranno avanti gli stessi interessi economici e politici che investono in quella terra da molto tempo.

Materie prime e vendita di armamenti sono sempre valide giustificazioni per inserirsi nell’organizzazione di uno Stato con precari equilibri sociali e stabilità politica assente.

In questi casi è molto più semplice nascondere le ingerenze e far risaltare una matrice religiosa che consente di individuare subito, mediaticamente, il cattivo da combattere. Nella questione afgana le cose sono rese molto più semplici dall’intolleranza dell’islam radicale, impossibile da nascondere; ma esportare democrazia, ammesso che sia possibile, non significa portarne via i frutti appena si abbandona il campo.

Vietnam, Corea e lo stesso Afghanistan, non sono esempi recenti di giochi di strategia e finte contrapposizioni, ma con morti veri? Non c’è sempre sul piatto qualcosa predisposto per il take-away?

Cosa sarà sfuggito ai “capoccioni” del G7 (anche 8 o 20, a seconda degli impegni che hanno gli altri, dello spazio a disposizione degli organizzatori e se ci sono sedie per tutti) in questa vicenda?

Non ho mai assistito a scelte politiche involontariamente ingenue, mentre il dilettantismo politico “professionistico” fa parte del gioco dell’alternanza al potere.

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