Libertà

Macron il pavone guerrafondaio: un presidente debole che gioca col fuoco.

Emmanuel Macron è un leader in crisi, contestato in patria, politicamente fragile e sempre più isolato. La sua risposta? Fare la voce grossa sulla scena internazionale, sperando di mascherare il proprio fallimento con una retorica bellicosa e irresponsabile.

Il recente accenno alla possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina o peggio, offrire “l’ombrello nucleare”, è l’ultima trovata di un presidente che non sa più come farsi ascoltare, né in Francia né in Europa. Ma quando un politico debole si mette a giocare con le guerre, il risultato può essere disastroso.

Un presidente senza autorità, in cerca di attenzione che ha perso la presa sulla Francia. Il suo governo è paralizzato da una maggioranza relativa che non gli permette di decidere nulla senza compromessi.
Il paese è lacerato dalle proteste, i cittadini lo vedono come un elitario distante dai problemi reali, e persino il suo partito mostra segni di cedimento. Incapace di gestire la sua nazione, si butta sulla politica estera con un unico obiettivo: far dimenticare la sua irrilevanza interna.

Ma il problema è che la politica internazionale non è un teatrino per leader frustrati. Lanciare dichiarazioni avventate, parlando di un possibile intervento diretto della Francia in Ucraina, non è solo ridicolo, è pericoloso. Nessuno in Europa o nella NATO vuole sentire parlare di truppe occidentali sul campo, eppure Macron insiste, sperando di apparire come il nuovo Napoleone. La verità? È solo un pavone che cerca di gonfiarsi per sembrare più grande di quello che è.

Se Macron fosse davvero convinto della sua posizione, la Francia sarebbe il primo paese a sostenere militarmente Kiev con mezzi e uomini. Ma non è così. Parigi non è tra i principali fornitori di armi all’Ucraina, non ha mai preso un ruolo guida nel conflitto e non ha l’influenza necessaria per cambiare gli equilibri. Quindi, cosa fa? Spara dichiarazioni roboanti, sperando di ritagliarsi un ruolo che nei fatti non gli appartiene e non ha.

Questa strategia non inganna nessuno. Gli Stati Uniti e la Germania hanno immediatamente preso le distanze dalle parole di Macron. Persino i paesi dell’Europa orientale, che hanno tutto l’interesse a mantenere una linea dura contro Mosca, hanno preferito restare cauti. Nessuno vuole una guerra diretta con la Russia, tranne – apparentemente – Macron, che però non ha né il coraggio né le risorse per renderla una possibilità concreta.

Macron isola la Francia e divide l’Europa

La Francia, un tempo faro della diplomazia europea, sta diventando sempre più irrilevante proprio a causa di scelte come questa. Mentre altri leader lavorano per una strategia comune, Macron lancia provocazioni senza consultare nessuno, indebolendo l’unità dell’Europa.

I francesi stessi lo sanno: mentre il loro presidente gioca al comandante supremo, il paese affronta crisi economiche, proteste sociali e un crescente malcontento popolare. La realtà è che Macron non è un leader, ma un attore mediocre che recita un ruolo che non gli appartiene. E la storia non sarà clemente con chi ha preferito fare il pavone piuttosto che affrontare i veri problemi del proprio paese.

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