
Questione Italia.
Uno dei trucchi nel mondo d’oggi, sta nell’occuparsi solo di questioni di costume, vaghe ed erranti, irrilevanti e ammuffite, dove si possono fare solenni guerre “di principio” che non richiedono studi o conoscenze particolari.
Postiamo pensieri…
Poi, felici di averlo fatto, felici di aver espresso la nostra libera opinione, manifestato la nostra forte libertà d’opinare, torniamo a postare bikini, gattini, agghindati di mascherine con 40 gradi all’ombra, ecc…
Intanto, un presidente del consiglio associato alla “Spectre” porta il paese sul ciglio del baratro, in bocca al MES, al razionamento bellico e alla servitù Nato.
Come solo un vero competente “illuminato” sa fare.
Draghi è italiano solo per un incidente di nascita.
E’ l’uomo della Nato in Italia, è uno straniero!
Nonostante tutti i membri dell’UE siano inclini ad accontentare gli americani, dopo i colloqui della nuova “Trojka” (FraGerIta) in Ucraina è sempre più chiaro che l’unico che intende farlo, costi quel che costi, è l’Italia.
La gravità di ciò che si sta descrivendo, nell’avere al governo del paese un luogotenente estero, è inaudita.
Il “nostro” presidente del consiglio è perfettamente disposto a sacrificare tutto il paese di cui dovrebbe fare gli interessi, la sua economia, i suoi cittadini e il suo futuro.
Senza esitazione e incertezza.
Che lo faccia per tornaconto, per incoscienza o perché ha un piano per il Belpaese come luogo di villeggiatura per i pensionati americani stufi della Florida, poco importa.
L’uomo, da quando si è insediato, prima con la strategia pandemica dettata dalla F(ood)D(rug)A(dministration), ora rispetto al conflitto russo-ucraino, agisce come un agente straniero.
Se tra i parlamentari che gli hanno consentito finora di fare rotta, c’è qualcuno che ha ancora un briciolo di coscienza che vada aldilà delle proprie sorti personali, deve staccare la spina immediatamente.
Chi non agisce ora, chi, potendolo, non ferma il treno che si sta portando via l’intero paese verso il suo “Cassandra Crossing”, si assume la responsabilità del disastro che sta per arrivare; le scuse, dopo, conteranno davvero meno che “zero”.

