Libertà

Tappetini da spolvero.

In Sud Africa, il governo ha deciso di pareggiare la variante Omicron alla semplice influenza, visto lo scarso rischio, curando solo i casi, molto pochi, più gravi.
Niente più tracciamento o quarantenne, quindi.

Nel Regno Unito, di fronte all’incertezza sui dati e alla ribellione di mezzo partito, Boris Johnson ha deciso di rinviare le decisioni a dopo Natale, nella speranza di capirci qualcosa e per placare gli animi. Intanto aver scoperto che l’efficacia eventuale del vaccino svanisce come neve al sole in un tempo brevissimo, meno di 10 settimane, lascia aperte due prospettive: o piantarla li e curare i malati oppure far vaccinare obbligatoriamente le persone ogni tre mesi, anzi meno.

Ha senso tutto questo?

È giunto il momento di farci qualche domanda seria: cosa vogliamo fare?

Nessuna delle misure prese dal governo cambierà la curva epidemica nei prossimi 15 giorni.

La sua evoluzione anche positiva, visto che ci sarà il lockdown volontario delle celebrazioni natalizie, non cambierà di una virgola, né perché si metteranno le mascherine FFP2 al cinema a chi vorrà andarci, pochi, né perché ci vorrà il Green Pass per il caffè in piedi.
La curva farà il suo corso e speriamo solo che effettivamente Omicron sia meno impattante.

Per il resto la scelta è solo nostra: vogliamo proseguire questa specie di enorme esperimento sociale o pensiamo di volerne uscire? Quanto pensate di voler essere ancora delle comparse sullo sfondo di questa recita? Perché ricordate che comunque la vita è breve e che non c’è vaccino che vi renda eterni e che permettendo questo pasticcio, lasciamo solo coprire gli errori di chi ha gestito male questa emergenza.

Avete più sentito chiedere ragione di Arcuri? Avete più sentito nulla di quanto successo a Bergamo? Avete mai visto nessuno chiedere ragione del pasticcio successo con Astra Zeneca? Che fine hanno fatto i tre miliardi stanziati per le rianimazioni?

La scelta è fra essere zerbini, da sbattere ogni volta che si impolverano, o persone che si fanno delle domande.

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