Libertà

Movimenti e riflessioni.

Da tempo mi chiedo se costituire un gruppo o movimento di protesta (meglio se civile), renda delle brave persone o addirittura, emeriti rappresentanti della società civile.

Ovviamente, il movimento per essere perfetto deve essere né di destra e né di sinistra, un movimento super partes quasi come una divinità. Movimento per il mare, movimento per l’ospedale, movimento per i rifiuti e dovrebbero fare anche il movimento per le buche sulle strade, il movimento per le cacche sui marciapiedi, il movimento per chi non sa che movimento fare, eccetera.

Attenzione, con questo non voglio dire che non condivido l’impegno di chi si aggrega per “combattere”, soprattutto se combatte per davvero. Ci credo, eccome, nel movimentismo spontaneo.

Quello che non condivido è l’enfatizzazione e la disperata fuga dalla politica. Allontanamento più dal termine che dal suo vero significato. La presunzione nel sentirsi apolitici a tutti i costi, ergo perfetti, mi sembra, quantomeno culturalmente ingiustificato.

Politica è amore per la polis, per la città. Significato che nemmeno gli uomini politici più famosi e potenti, possono cambiare, tanto meno quelli attuali. Nomina sunt consequentia rerum (et non personarum, mi perdonino gli Uomini di Cultura per l’aggiunta spero esatta alla massima di Giustiniano).

Il sillogismo in voga oggi: i politici sono farabutti quindi la politica è sporca, non è corretto, sarebbe più giusto il sillogismo: i farabutti fanno politica, noi li votiamo quindi noi siamo dei…

Ci piace, poi, tirarci fuori, fare i movimenti post elettorali e dire che sono apolitici quindi onesti. Un’equazione dalla proprietà transitiva indotta. Non capisco bene però perché poi vincono le votazioni sempre le stesse persone di cui poi ci lamentiamo, facciamo i movimenti contro, poi le rivotiamo e così via.

La parola “politico” ci fa inorridire senza sapere nemmeno cosa egli pensi o se sia o non sia una persona per bene, la parola “movimento” ci fa eccitare alla sola vista senza neanche sapere per cosa l’assise si movimenti. Un male subdolo che a volte si insinua nei movimenti, nonostante la loro dichiarata e sprezzante idiosincrasia per la politica, è che essi diventano spesso fonte ove alcuni esponenti vengono battezzati ed iniziati per nuovi e non disparati partiti politici caratterizzati da purezza, esperienza e non appartenenza sia a destra che a sinistra (per estensione: la botte piena e la moglie ubriaca…). Peggio ancora, in alcuni casi, questi iper/apolitici movimenti fungono da veri e propri purgatori dove vecchi politici in disuso o consunti, transitano in stato pseudo escatologico per purificarsi moralmente e spiritualmente prima di accedere al paradiso di codesti partiti.

Il movimento va benissimo, ci sta e ci sta tutto e va bene manifestare ma alla fine qualcuno, tra una manifestazione e l’altra, deve anche governare, deve ben governare per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Per questo, oltre a dar segno di essere una società civile quando ci uniamo e creiamo movimenti per quella o quell’altra cosa che non funziona, oltre a sfilare per le strade della città fischiando, urlando e cantando slogan contro chi mal governa, rischiando la strumentalizzazione, cerchiamo di scovare politici onesti e che abbiano a cuore il nostro futuro, cerchiamo di votare – quando silenziosi, senza urlare, senza cantare ed un po’ timidamente quasi di nascosto ci rechiamo alle urne – persone degne del nostro voto, persone che non abbiano bisogno di comprarlo il nostro voto ma lo meritano perché ci ispirano fiducia.

P x C

Tricolore

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